Piancastagnaio. Il Crastatone, piacevoli ricordi
Amiatanews (Giuseppe Serafini): Piancastagnaio 29/10/2014
Il Crastatone, piacevoli ricordi
(la foto di copertina è di Gastone Perini – Piancastagnaio)
CRASTATONE ANNO 2014
Passata l’estate, chiusa l’agone del Palio Pianese, con la contrada di Voltaia che ha celebrato la sua vittoria, ritorna il Crastatone Pianese. E’ una festa questa, da assaporare, magari chiusi nei cappotti ed abiti tardo autunnali, che gia’ fanno pregustare l’ arrrivo di sua maesta’ l’inverno pianese.
E’ bella questa festa, la prima ed unica festa della castagna, che meriti anche una data speciale, quella di Ognissanti, con le luci che si accendono nel primo pomeriggio, quel freddo che ti piace, e quella voglia di girare per il paese, alla ricerca di una cantina , dove puoi gustare l’acre odore del vino nuovo, magari mangiando il sacchetto di castagne che hai acquistato lungo il percorso delle quattro Contrade.
Crastatone 48, dunque. Ed io che sto per varcare la soglia dei sessanta. Ricordo quel primo Crastatone, del 1968, quando, tutto si sapeva all’improvviso, non c’erano computer, smarphone, tablet ed internet, a raccontarti le cose. Ed all’ora, mi basta guardare una vecchia foto in bianco e nero, scattata dal Perini Gastone FOTOGRAFO ufficiale, per ritornare indietro. Allora, mi ricordo, di quella mattina,, quando in Piazza Belvedere, il Parapetto, trovammo, un grande camino di ferro, ed alcuni ”banchetti” fatti con gli sciavoli del legname, e tanti ragazzi, a servire, monne, crastate, brodolose. Una meraviglia. Poi, da un angolo, ecco uscire, portando su una portantina, Lanfranco, Peppe, Gilberto un grande paiolo con la polenta fumante. Polenta che poco prima aveva cotto il simpatico Toto di Bardella. E poi, nel pomeriggio, la banda Cavallucci, e l’asino di Pippo de Coccioli che faceva il suo ingresso in Piazza. Che festa. Allora, coloro che venivano a Piano, per i morti, e solo per i morti, erano tutti quei pianesi che se ne erano andati anni prima a fare i portieri, a Roma, ed altri immigrati che avevano lasciato a malincuore, genitori, ricordi, gioventu’, vita di paese. Altri Crastatoni sono passati e la festa, nonostante tutto, e’ andata avanti.
Ma non dimenticherò, quello di 48 anni fa, vissuto con i miei nove anni e tanta voglia di stupirmi, visto che in fondo, eravamo figli della terra del castagno, che per secoli aveva nutrito una comunità.
Buon Crastatone, dunque, a chi viene in paese da turista, al pianese che di strada ne ha fatta tanta e adesso non sa più gustare monne, suggioli, crastate, alle nostre quattro Contrade, che ci danno ancora la gioia di assaporare la più bella festa di autunno
Giuseppe Serafini.
Grazie Giuseppe. Sei fortunatamente innocente dal “cut and paste” di questo tempo consumato ancor prima di iniziare. Tra i tanti studi per archivi contestati, prendo ogni lettera delle tue parole che han disegnato un ricordo presente nella mia adolescenza e rimpianto dalla mia superata cinquantina d’anni. Figlio dell’emigrazione che narri, orgoglioso del ricordo che mi hai regalato.
Marco Conti – Amiatanews